20091219
THE CURE - SEVENTEEN SECONDS (1980)
Gelidi come un calippo primordiale, ecco a voi il gruppo che, negli anni 80, ha mietuto più vittime del virus dell'HIV. Noi per questo li lodiamo e rendiamo grazie al principe degli scapigliatoni, Robert Smith che, con una naturalezza fuori dal comune, con poche note distorte riuscì a traghettare un'intera generazione nell'abisso del nichilismo con la sola imposizione della lacca.
Dopo le note scanzonate del celeberrimo debutto "Boys don't cry", la sua acconciatura assume forme sempre più bislacche e inquietanti. Il rossetto si squaglia e il fondotinta comincia a fare la sua inesorabile comparsa. Cominciano i primi guai con whiskey. Nel frattempo, lo spirito santo scende sul bassista Simon Gallup. Lo stato di grazia produrrà alcuni dei giri più significativi degli ultimi trent'anni. Il resto è storia, oggi Smith i abboffa di cheeseburger e suona il banjo sotto la doccia. Ma noi gli vogliamo bene lo stesso.
01 - A Reflection
02 - Play for Today
03 - Secrets
04 - In Your House
05 - Three
06 - The Final Sound
07 - A Forest
08 - M
09 - At Night
10 - Seventeen Seconds
;-) - VIA http://mussiqa.net
Dal vostro affezionatissimo
g.
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1 commento:
http://totallylookslike.com/2008/09/24/robert-smith-totally-looks-like-edward-scissorhands/
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