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20091212

BRAID - "FRAME & CANVAS" (1998)


Non potevamo più aspettare nel postare uno dei dischi fondamentali per noi Audio_lesi. Raccolgo quindi l'invito del buon Freds (il terzo da sinistra in alto nella foto), momentaneamente disconnesso (I owe you one), e vi offro in pasto questo capolavoro. I Braid sono uno dei gruppi fondamentali della scena emo/indie degli anni '90, di cui trovate innumerevoli esempi su queste pagine. Creatura dell'illuminato Bob Nanna (poi dedicatosi a progetti - secondo me molto meno validi, seppur comunque piacevoli - quali gli Hey Mercedes e The City On Film), si formarono nel 1993 in Illinois. Scioltisi nel '99, ricalcarono le scene per un breve periodo nel 2004, con un tour nel continente americano ed in Giappone, al quale avrei tanto voluto partecipare. "Frame & Canvas" è il loro capolavoro, un album che mi permetto di inserire di prepotenza nella lista dei dieci migliori dischi degli anni '90. Quali siano gli altri nove, così su due piedi, non lo so: ma questo c'è di sicuro. Per ciò che riguarda la scena a cui appartiene, credo sia il mio preferito assieme a "Something To Write Home About" (del quale stiamo aspettando il ritorno su Audio_lesi, dopo una misteriosa dipartita).
In "Frame & Canvas" c'è tutto ciò di cui le trombe di Eustachio necessitano, cari amici. C'è l'emozione, c'è l'attitudine punk, c'è un linguaggio indie vero, c'è una lezione di arrangiamento dei pezzi, c'è un batterista (Damon Atkinson) della madonna, c'è il miglior cantato della storia (preso a modello da innumerevoli gruppi delle generazioni future), ci sono i riff giusti al momento giusto, ci sono liriche sentite, entusiasmanti come la primavera. Ecco, non so perchè, ma i dodici pezzi dell'album mi sanno tanto di primavera. Ascoltarseli è davvero una sensazione bellissima.
La migliore descrizione, comunque, resta l'ascolto: non perdete altro tempo, e, se non lo avete ancora fatto, concedetevi questo (mi ripeto) capolavoro. Una parola abusata, forse, ma mai così appropriata.

P.S.: chicca da non perdere, filmato del 2007: Bob Nanna in una versione acustica di "Never Will Come For Us". Strepitoso. E qualcuno mi spieghi perchè dice "grazie" alla fine.


Tracklist:
01. The New Nathan Detroits
02. Killing a Camera
03. Never Will Come For Us
04. First Day Back
05. Collect From Clark Kent
06. Milwaukee Sky Rocket
07. A Dozen Roses
08. Urbana's Too Dark
09. Consolation Prize Fighter
10. Ariel
11. Breathe In

5 commenti:

Anonimo ha detto...

ooohh finalmente!

robertotad ha detto...

dice grazie perchè stava alla recita di natale, e le elementari lui le ha fatte alla luigi concetti di viterbo.

Regular John ha detto...

ma stava in classe co Romiti?

Unknown ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
robertotad ha detto...

con Pucciolli e Falaschi.come maestra aveva la Gorimberti.

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