Un disco esoterico, magico, stregato. Un affresco oscuro, malato, simbolico. Intrecci musicali, composizioni contorte e liriche allusive compongono un quadro dal significato sfuggente, nascosto, inafferabile per la mente dei più. I Tool, gruppo che non ho mai esageratamente amato, con "10.000 Days" si sono spinti al di là dell'umano, dando alla luce una sinfonia semidivina, un pittogramma alieno, un geroglifico demoniaco di incomparabile bellezza e distruttivo potere. Diecimilia sono i giorni che la madre del cantante Maynard James Keenan ha trascorso nell'agonia, prima di morire. Diecimila sono i passaggi sui quali vi soffermerete nell'ascolto, con trasporto, furia, emozione e pelle d'oca. Diecimila i demoni che vi sembrerà di avere in corpo. Torno ad utilizzare il termine "capolavoro".
4 commenti:
non che me li sia filati mai troppo, ma dato che stanno qui gli darò un opportunità...
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link cambiato, questo dovrebbe andare
saranno pure bravi, però so fricchettoni
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