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20090829

FUGAZI - 13 SONGS (1989)


Post-Hardcore, Post-Punk, Emocore, Indie-Rock. Molteplici sono le definizioni che nel corso degli anni sono state affibbiate a questa band e, sostanzialmente e insolitamente, possono essere tutte esatte. Ma, secondo me esiste solo un insieme di fonemi che può essere affiancato ai Fugazi senza dubbio alcuno: DIY, Do It Yourself. Per capirci, qui siamo di fronte a una delle band più influente nella storia del rock e questi signori facevano pagare i propri concerti 5$. Ho sentito di concerti in America dei Kings Of Leon che arrivano a costare tipo 90$. Ok, fichi i Kings Of Leon, cioè piacciono anche a me, però...evitiamo di fare confronti. Questi quattro signori sono il simbolo dell' Indie Rock, sono la rappresentazione della banale e moralista frase "i soldi non sono tutto" e soprattutto sono la band più influente degli ultimi 20 anni in ambito rock alternativo (e con "alternativo" intendo la più ampia accezione del termine). Ah, tra l'altro i compenenti della band non sono propriamente i primi arrivati. Abbiamo Ian MacKaye innovatore dell'Hardcore con Teen Idles e Minor Threat, creatore del sentiero più celebrale del proverbiale tupatupa, araldo del movimento Straight-Edge, ormai di diffusione e notorietà mondiale. Abbiamo Guy Picciotto, ex-Rites Of Spring, band simbolo della Revlution Summer e cardine nella nascita dell'Emocore. Abbiamo Joe Lally che non ho idea di cosa facesse prima, ma cazzo, è un grande bassista e in più da quel che so, vive a Roma( un giorno lui o Morrisey dovrò pur incontrarli). Abbiamo un batterista di cui mi sfugge persino il nome, ma chi se ne frega, ha/aveva un groove eccezionale (cioè Punk con del Groove?) chiedetelo ai discepoli At The Drive-In. Vabbé basta, odio parlare di gruppi così influenti perché ne avrei da scrivere per ore e tra meno di un ora dovrò partire per quel di Ceccano per andare a vedere i The Get Up Kids (copiosa fazione di Audilesi presente all'evento tra l'altro), in più so per certo che il 99.9% di coloro che leggono questo blog già li conoscono perfettamente. Quindi vi faccio una proposta: lasciate un commento sul post che esorti chi non li consce a procurarseli e farsi un paio di riflessioni su ciò che i media passano come Indie (che ricordiamolo significa Indipendente, e no "gareggiamo a chi scimmiotta più bands anni 70/80 fuse insieme"). 1989-2009, cosa é realmente cambiato?

Tracklist:

01. Waiting Room
02. Bulldog Front
03. Bad Mouth
04. Burning
05. Give Me the Cure
06. Suggestion
07. Glue Man
08. Margin Walker
09. And the Same
10. Burning Too
11. Provisional
12. Lockdown
13. Promises

;-)

3 commenti:

Regular John ha detto...

purtroppo la lobotomia 15enne di H&M identifica "indie" con quel coglione di Pete Doherty. come dire, tipico esempio di slittamento semantico del termine: da "indipendente" a "drogato del cazzo".
comunque, questo disco merita tutto il rispetto del mondo.

g. ha detto...

mi inchino

Anonimo ha detto...

guarda che se non c'hai i capelli ricci abbestia, i calzoni stretti, la maglietta sdilabbrata e la scarpe da pappone anni '70 non sei indie! che cazzo dici? poi devi essere ricco ma sembrare povero e metterti la kefia. allora sì che sei indie! no sti gruppi del cazzo anni 80 che erano poveri davvero, che schifo!

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