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20090517

NICK DRAKE - "FIVE LEAVES LEFT" (1969)

L'ombra è un luogo confortevole. Ripara dall'indiscrezione della gente, aiuta a creare, a pensare, a comporre, mette il genio (inteso come individuo) a tu per tu con il genio (inteso come talento personale). Nick Drake ha vissuto la maggior parte della sua esistenza, appunto, nell'ombra: un ragazzo schivo, solitario, investito da un grande successo solo dopo la sua morte. Chi ha avuto la fortuna di vederlo suonare dal vivo ne parla come di un esile giovane inglese, che, durante i concerti, chino sulla sua chitarra, a malapena rivolgeva un'occhiata al pubblico, intimidito da quella selva di sguardi attenti, attoniti, stupiti che lo raggiungevano. In silenzio ha vissuto, in silenzio ha creato, in silenzio se ne è andato, nel 1974: forse un suicidio, forse un errore, certamente una dose eccessiva di farmaci."Five Leaves Left" è il suo primo disco, tiepidamente accolto dalla critica dell'epoca, in seguito rivalutato ed ora considerato una pietra miliare del cantautorato anglosassone. E non potrebbe essere altrimenti: la delicatezza struggente, la sensibilità, la profondissima malinconia delle liriche di Drake, sottolineate da un fingerpicking assolutamente magistrale, da splendidi arrangiamenti di archi e da un contrabbasso sempre trascinante, trafiggono irreversibilmente il cuore di chi ascolta. E' un disco eccelso per tutta la sua durata, perfetto in ogni sua espressione: talora gioviale, altrove terribilmente "blue", sempre velato dal presagio della sorte funesta del suo autore, come fosse un poeta romantico inglese. Pardon, lo è stato.
Ascoltate "Five Leaves Left" con cura: solo di rado musica e letteratura sono state così vicine, in un'unica opera di meravigliosa bellezza.

Tracklist:
  1. Time Has Told Me
  2. River Man
  3. Three Hours
  4. Way To Blue
  5. Day Is Done
  6. 'cello Song
  7. The Thoughts Of Mary Jane
  8. Man In a Shed
  9. Fruit Tree
  10. Saturday Sun
;-)

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