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20090425

THE OCEAN - PRECAMBRIAN (2007)


Oggi vado a recensire quello che a mio avviso è un vero e proprio kolossal musicale. Il "Ben Hur" del post-hardcore. Basti considerare quanto sia limitativo definire i The Ocean come una band qualsiasi. Il termine più adatto (che poi è quello usato nel loro nome originale) è collettivo. The Ocean Collective. Si parte da una base di una decina di membri che si alternano poi sul palco durante i tour, questa base viene poi ampliata in fase di composizione e registrazione quando vengono assoldati ulteriori cantanti, bassisti, chitarristi, ma anche violinisti, pianisiti, sassofonisti e chi più ne ha più ne metta (hanno anche un tecnico delle luci che durante i loro concerti crea degli spettacoli allucinanti). Precambrian è l'ultima fatica di questa "confraternita" di artisti e, ovviamente, l'ideazione di questo disco poggia su fondamenta tutt'altro che banali. Dal titolo si evince quale sia il concept di quest'album, descrivere quel periodo che va dalla nascita del nostro pianeta fino a circa 500 milioni di anni fa, il tutto suddiviso in ere come così è suddiviso anche il cd in due macro-parti: Hedean/Archeaean e Proterozoic, prendiamole in esame. La prima è racchiusa in un mini-cd di circa 22 minuti che racconta il primi 2 miliardi e mezzo (piu o meno) di vita del nostro pianeta, sconvolto da terremoti, vulcani, maremoti e fenomeni di portata enorme di ogni tipo. Tutto ciò è riprodotto in musica in modo assai consono, ci troviamo difatti ad ascoltare 5 pezzi assai violenti e caotici, caratterizzati da tempi dispari e da ritmiche possenti e pesanti, per fare i soliti confronti diciamo che possiamo trovare un pò di Meshugga, Mastodon e Converge, non male. La seconda parte è il vero e proprio album, dalla durata di 62 minuti, che riguarda la nascita delle prime forme di vita sulla terra. Qui i toni rallentano e la varietà di soluzioni la fanno da padrone. Sostanzialmente lo scheletro è quello del post-core/metal stile Isis, Neurosis e compagnia Slugdeggiante ma è arricchito da una muscolatura composta di post-rock, fiati, archi, elettronica, classica e cantato più vario rispetto al growl un pò monocorde del mini.

Tirando le somme questa -la definirei - opera non è certamente di facile ascolto vuoi per la durata, vuoi per il genere proposto che può essere soggetto a cali di tensione ma che, se affrontato con le dovute premesse e impegno, vi travolgera come una grande onda. Io, per esempio, ne sono stato conquistato solo al terzo ascolto ma adesso è sicuramente in cima alla classifica degli album usciti nel 2007.

P.S. E poi c é sempre Nate Newton, bassista nei fondamentali Converge, come ospite alla voce(!) e solo per questo ne vale la pena :D

Tracklist ( e qui è dura) :


Hadean/Archaean

I. Hadean
  1. "Hadean: The Long March of the Yes-Men" – 3:48

II. Archaean
  1. "Eoarchaean: The Great Void" – 4:45
  2. "Paleoarchaean: Man & the Sea " – 2:46
  3. "Mesoarchaean: Legions of Winged Octopi" – 5:20
  4. "Neoarchaean: To Burn the Duck of Doubt"– 5:2


Proterozoic

III. Palaeoproterozoic
  1. "Siderian" [Instrumental] – 1:56
  2. "Rhyacian: Untimely Meditations" – 10:57
  3. "Orosirian: For the Great Blue Cold Now Reigns" – 6:29
  4. "Statherian" [Instrumental] – 5:57

IV. Mesoproterozoic
  1. "Calymmian: Lake Disappointment" – 8:18
  2. "Ectasian: De Profundis" – 8:58
  3. "Stenian: Mount Sorrow" – 8:19

V. Neoproterozoic
  1. "Tonian: Confessions of a Dangerous Mind" – 7:18
  2. "Cryogenian" [Instrumental] – 3:32

;-)

4 commenti:

Titus Bresthell ha detto...

bruttamadonna che album!

Anonimo ha detto...

boh, l'ho sentito solo 2 volte ma non mi aveva entusiasmato.. quando c'ho un bel po di tempo me lo risento che magari ora come ora ci vado in fissa.
cmq brawe non me l'aspettavo.. pensavo che ti sentivi solo i metro station

Anonimo ha detto...

i metro station stanno sempre una spanna sopra...

Regular John ha detto...

penso che interromperò l'ascolto di "shake it" per concedermi a questo disco... curiosità massima!

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