Riceviamo e ripubblichiamo la recensione del nostro affezionato LoMerz. Ricordo a tutti che potete inviarci le recensioni dei dischi che amate all'indirizzo: audioposta-chiocciola-gmail-punto-com.
Dei Besnard Lakes non so assolutamente nulla. Detto questo, mi pare ovvio che non farò una ricerca su internet per poter scrivere chi sono, da dove vengono, da quanto suonano (anche se mi pare di aver inteso da qualche parte che sia il loro primo album, ma non ne sono assolutamente certo) perché sono dati che i curiosi hanno certamente facoltà di scoprire da soli. Preferisco di gran lunga soffermarmi sulle impressioni che mi hanno mosso.
Questo, miei cari, è un disco che, pur essendo uscito nell'ormai lontano marzo, vive in simbiosi con questa estate che mi sta atterrendo d'afa e toglie il respiro in questo insalubre posto che è la pianura padana (“solo la nebbia...”). Ma torniamo al disco.
Più di una traccia trova analogie col desert-rock, più che per la tecnica che nulla, difatti, con questo ha in comune, per le atmosfere evocate. È impossibile non immaginarsi in una California acida post '70 a bordo di un caravan senza aria condizionata, coi finestrini abbassati, il vento caldo che ti lecca la faccia, le mutande che ti s'incastrano tra le chiappe, il petto nudo, abbronzato, muscoloso (se proprio devi immaginarti, pensati muscoloso), imperlato dal sudore, con al tuo fianco una bionda mezza nuda in hot pants e reggiseno che di tanto in tanto rimette al loro posto gli occhiali da sole che il sudore fa scivolare dal naso. Sei su una statale diretta verso sud, verso il Messico. La strada è spopolata, ai lati il deserto. Il sole alle 15 picchia come Bruce, ma tu hai di che rinfrescarti grazie alla scorta di Desperados che ci hai nel frighetto di questo fottuto camper arrugginito dalle intemperie. Ad un certo punto decidi di fermarti per sgranchirti le gambe, dato che guidi da quattro ore. Sebbene potresti sostare anche tra le due carreggiate, accosti a lato, spegni il motore. Fai appena in tempo a tirare la maniglia della portiera che la bionda già s'è proiettata verso di te e dal suo atteggiamento capisci che vuole farti una pom...
E che cazzo, andate via! Lasciateci un po' di intimità, no?
Io gli strumenti ve li ho consigliati; adesso la storia potete farvela da soli.
Tracklist
[01] Like The Ocean, Like The Innocent; Pt 1: The Ocean[1:39]
[02] Like The Ocean, Like The Innocent; Pt 2: The Innocent [7:17]
[03] Chicago Train [5:19]
[04] Albatross [4:42]
[05] Glass Printer [3:54]
[06] Land of Living Skies; Pt 1: The Land [1:05]
[07] Land of Living Skies; Pt 2: The Living Skies [5:43]
[08] And This is What We Call Progress [5:10]
[09] Light Up The Night [7:25]
[10] The Lonely Moan [4:19]
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