Dopo Friday, la mia personale fissa del momento sono i Good Old War, scoperti girovagando sul sito della Sargent House (a cui tutti noi dovremmo devolvere buona parte delle nostre finanze, vista la qualità delle band e l'onere della stampa degli Adebisi Shank). Sebbene il mondo sia saturo di weirdos dedicatisi all'indie-folk, i GOW meritano una menzione d'onore. Ben pochi fricchettoni, infatti, sanno essere così freschi, originali, spontanei, giulivi, primaverili e romantici. La maggior parte dei brani si avvale di chitarre, fisarmonica, percussioni ed armonie vocali alla Fleet Foxes, grazie alle quali la mezz'ora di cui consiste il disco fila via in un istante, costringendo spesso ad un secondo ascolto immediato.
Il self-titled è il loro secondo lavoro, l'unico che ho ascoltato. Fremo dalla voglia di sentire il primo album. Intanto godetevi questi 15 brani, poi facciamoci tutti crescere i capelli abbestia, denudiamoci e suoniamo inni al creato, distesi sull'erba nello splendido scenario di Valle Favl.
Tracklist:
- Good
- Here Are The Problems
- My Own Sinking Ship
- Making My Life
- Old
- That's Some Dream
- Sneaky Louise
- Get Some
- While I'm Away
- Woody's Hood Boogie Woogie
- My Name's Sorrow
- World Watching
- I Should Go
- Thinking Of You
- War