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20090330

BEASTIE BOYS - ILL COMMUNICATION (1994)


Chi non conosce i Beastie Boys?? Quei tre matti che vanno in giro su ogni video mascherati in modo diverso e in situazioni assurde.. Quei tre matti che sono partiti ancora minorenni con un hardcore-punk acidissimo e che hanno fatto il botto con l'hip-hop.. Quei tre matti che sul primo disco se ne uscivano con un hard-rock/hip-hop iperfunny con un feat. di chitarra di King degli Slayer.. Quei tre matti che apparivano in una puntata di Celebrity Death Match e con un mega robottone si battevano contro i Bakstreet Boys disintegrandoli.. Quei tre che comparivano anche in una puntata di Futurama e duettavano con il RoboDiavolo nei titoli di coda.. Sì, quelli! Uno come fa a non starci in fissa?? Cioè, o non ti piacciono affatto o ti piacciono a livelli estremi; non c'è una via di mezzo! Perché chi li sente, non lo fa solo per la musica, ma per tutto quello che producono. E' più uno stile di vita.
C'è da dire che questo è il loro prodotto migliore.. C'è tutto. C'è il punk, c'è il funk, c'è l'hip-hop, ci stanno i tibetani (sì, i tibetani!), ci stanno un sacco di percussioni latineggianti. 20 canzoni diverse l'una dall'altra. Per ognuna ci sarebbe da scrivere un'infinità. Già per "Get it together" con un feat. di Q-Tip degli A Tribe Called Quest, vale la pena di procurarsi questo disco; poi c'è "Sabotage" con il video a presa per il culo dei telefilm anni '70 alla Starsky & Hutch; o "Flute loop" con quel giro di flauto sublime; "Root down" invece con un giro di basso altrettanto sublime. E via dicendo con il sublime di ogni altra cosa. Vabbè, in due parole: Beastie Boys. O meglio, BEASTIE BOYS!



1. Sure shot
2. Tough guy
3. B-boys makin' with the freak freak
4. Bob on the corner
5. Root down
6. Sabotage
7. Get it together
8. Sabrosa
9. The update
10. Futterman's rule
11. Alright hear this
12. Eugene's lament
13. Flute loop
14. Do it
15. Ricky's theme
16. Heart attack man
17. The scoop
18. Shambala
19. Bodhisattva vow
20. Transitions

;)

20090327

RECENSITE... O PESTE VI COLGA!

20090324

ISIS - OCEANIC (2002)


Isis. Oceanic. 2002. Una svolta nello sludge metal. Poi chiamatelo come vi pare: post-metal, post-core, atmospheric sludge, slow-core. La sostanza è la stessa. Secondo album degli Isis, di Boston (e come ti sbagli? E' da un po' che mi chiedo perché la roba migliore viene fuori da Boston o dal Canada..), poi trasferitisi a Los Angeles. Dicevo una svolta perché con questo disco lo sludge fu visto non più come un genere prettamente underground, ma si iniziò a parlare (anche se a bassa voce) di questa perfetta unione di soft'n'heavy anche ai piani più alti. Oceanic si pone precisamente come anello tra ciò che gli Isis fecero prima e dopo. Prima più pesanti; dopo più leggeri. Con questo lavoro si sono leggermente allontanati dal metal e altrettanto leggermente si sono avvicinati al post-rock. Un miscuglio di arpeggi continui e di accordi lenti e massicci, contornati da un growl/scream strascinato e da accenni di basi ambient. Il titolo poi è azzeccatissimo! Non mi venite a dire che mentre sentite questo disco non vagate per l'oceano con la mente! Io mi sono tuffato da un pezzo. Ora sta a voi.

1. The beginning and the end (8.04)
2. The other (7.17)
3. False light (7.44)
4. Carry (6.48)
5. - (2.08)
6. Maritime (3.05)
7. Weight (10.48)
8. From sinking (8.26)
9. Hym (8.52)

;)

20090322

FRANK ZAPPA AND THE MOTHERS OF INVENTION "WE'RE ONLY IN IT FOR THE MONEY" (1968)



















Se esiste, nella musica, un artista che abbia davvero incarnato la parola "genio", questo è Frank Zappa. Burbero, schivo e con la sigaretta perennemente accesa in bocca, Zappa aveva capito che la musica è come un maiale, non si butta via nulla. Questo spiega, da un lato, la sua sterminata discografia e, dall'altro, l'imprevedibilità dei suoi dischi. "We're only in it..." introduce di fatto il concetto di collage-music, un calderone di suoni che spaziano dal jazz al country, dal cabaret alla musica sinfonica, dai Beatles alla cacofonia più devastante. Il tutto condito da un'ironia strabordante e da una pungente critica sociale al movimento hippy, allora all'apice, del quale Zappa aveva già messo in luce le più cocenti contraddizioni. I Residents imparano la lezione e ringraziano.

Più che un disco, un trattato di sociologia satirica. Una pietra miliare.


Hey Punk, where you goin' with that button on your shirt?
I'm goin' to the love-in to sit & play
my bongos in the dirt.

Hey Punk, where you goin' with that hair on your head?
I'm goin' to the dance to get some action,
then I'm goin' home to bed.

(estratto da "Flower punk")



TRACKLIST:

01.- Are You Hung Up? (1:24)
02.- Who Needs the Peace Corps?(2:34)
03.- Concentration Moon (2:22)
04.- Mom & Dad (2:16)
05.- Telephone Conversation (0:49)
06.- Bow Tie Daddy (0:33)
07.- Harry, You're a Beast (1:21)
08.- What's the Ugliest Part of Your Body? (1:03)
09.- Absolutely Free (3:24)
10.- Flower Punk (3:03)
11.- Hot Poop (0:27)
12.- Nasal Retentive Calliope Music (2:03)
13.- Let's Make the Water Turn Black (2:01)
14.- The Idiot Bastard Son (3:19)
15.- Lonely Little Girl (1:10)
16.- Take Your Clothes Off When You Dance (1:33)
17.- What's the Ugliest Part of Your Body? (Reprise) (1:02)
18.- Mother People (2:26)
19.- The Chrome Plated Megaphone of Destiny (6:25)

;-) monhosmusic.blogspot.com

ELLA FITZGERALD & LOUIS ARMSTRONG - "OUR LOVE IS HERE TO STAY: ELLA & LOUIS SING GERSHWIN" (1959)


Pensate ad un tridente d'attacco con Maradona, Pelè e Platini. Sarebbe imbattibile, un incontro letale di mostri sacri. Amanti del calcio e non, qui si parla un po' della stessa cosa. Incontro, appunto. Letale. Di mostri sacri. C'è la voce femminile più nera di tutte, la più squillante, un simbolo di quegli anni '50 ottimisti, brillanti, decisi a spazzare via con la musica, nei seminterrati fumosi ed in teatri scintillanti, tutte le sofferenze dei decenni precedenti. C'è il suono di una tromba che è IL jazz, la rochezza di una voce che, diamine!, "What a Wonderful World" come la canta lui non la canta nessuno. Last but not least, c'è l'autore (o uno degli autori, insieme a Bacharach, Lennon/McCartney, Pappalardo e pochi altri) più rappresentativo del secolo che fu, coadiuvato dal fratellino paroliere. Ella Fitzgerald, Louis Armstrong, George/Ira Gershwin. Una meraviglia, un capolavoro assoluto. Ella e Louis ammiccano l'una all'altro, alternandosi nel cantato in un botta e risposta irresistibile, come passerotti da cortometraggio Disney. La tromba di Satchmo sghignazza, s'impenna, corre, si placa, sbraita, sussurra. Gli arrangiamenti orchestrali, accattivanti e vorticosi, impongono all'ascoltatore di schiocchare le dita, fare su e giù con la testa, molleggiarsi sulle ginocchia come il Mickey Mouse in calzoncini rossi di Steamboat Willie. In conclusione (e per stabilire un terzo paragone con i paperi/topi/cani più famosi del mondo), a meno che non siate privi di sentimenti come Cuordipietra Famedoro, "Our Love Is Here To Stay" non potrà non scaldarvi l'anima. Ascoltatelo, e lanciatevi verso la più vicina agenzia di viaggi ad acquistare il primo volo per New Orleans.

Tracklist:
  1. I Got Plenty O' Nuttin'
  2. He Loves And She Loves
  3. A Woman Is a Sometime Thing
  4. They Can't Take It Away From Me
  5. Let's Call the Whole Thing Off
  6. Strike Up The Band
  7. Things Are Looking Up
  8. They All Laughed
  9. A Foggy Day
  10. How Long Has This Been Going On?
  11. Summertime
  12. Love Is Here To Stay
  13. There's a Boat Dat's Leavin' Soon For New York
  14. 'S Wonderful
  15. I Was Doing All Right
  16. Oh, Lady Be Good
;-)

AMERICAN FOOTBALL- S/T (1999)


Gli American Football sono la creatura prediletta di Mike Kinsella. Chi è Mike Kinsella? Chi è Mike Kinsella? E l'amico mio, quello talmente grasso... ah no quella era Tatiana, Mike Kinsella è colui che ha definito e reinventato quel genere di tre lettere tanto odiato e maltrattato oggi, ma che, con alti e bassi, ha influenzato molta ottima musica di quei fantastici anni 90 (Dio li benedica sempre). Esatto l'avete capito sto parlando dell' Emo, specialmente di quella ramificazione (tra le mille) comunemente definita Midwest Emo, che stravolge le caotiche regole di base nate negli anni 80, con tanta melodia e arpeggi che arrivano diretti all' interno della cassa toracica, e una voltà lì, ci rimangono per molto, molto tempo. Il nostro Mike, insieme al fratello maggire Tim, militava nei seminali Cap'n' Jazz che nella metà degli anni 90 impartivano lezioni stilistiche a mezza america post-rock, post-hardcore, post-[inserire genere]. Ovviamente, come da buona tradizione, i Cap si sciolgono appena raggiunta una pagliuzza di notorietà, è a quel punto che il buon Mike decide di fondare gli AF, prima come batterista, poi come cantante/bassista, coadiuvato dal chitarrista Steve Holmes e dal batterista Steve Lamos, che si occupa anche della tromba(oh, yeah) usata con oculatezza quanto con parsimonia. Arpeggi sterminati, ripetuti, e bellissimi, batteria mai banale, impregnata di quel jazz/math tanto usato in quegli anni (Dio li benedica sempre) e una voce leggera e leggiadra che non oscura mai la parte strumentale. Insomma un album stupendo, che puo allietare le vostre serate e rallegrare le vostre mattinate, con quel velo di malinconia che, of course, non può mancare. L' ellepì è uscito sotto Polyvynil ( quella dei Braid per intenderci) e se quando si parla di band come Texas is The Reason, Mineral, Sunny Day Real Estate, Christie Front Drive e appunto Cap'n'Jazz e Braid non vi appare uno grosso punto interrogativo in testa stile Metal Gear Solid, allora dategli una chance.
P.s. Chiedo venia per la battutaccia iniziale, ma che volete mi sentivo ispirato.

Tracklist:

1. Never meant
2. The summer ends
3. Honestly?
4. For Sure
5. You know I should be leaving soon
6. But the regrets are killin me
7. I'll see you when we are both not so emotional
8. Stay home
9. The one with the wurlitzer


;-)

UNITED NATIONS - UNITED NATIONS (2008)


La ricetta è semplice: si prende di base lo screamo metà anni '90 alla Swing Kids. Si aggiunge un batterista che si diverte a far entrare in una battuta da 4/4 blastbeat iperveloci che sembrano fuori: Ben Koller dei Converge. Segue un chitarrista che nella vita è cantante: Daryl Palumbo dei Glassjaw. Poi c'è un cantante con uno scream malato e con un melodico altissimo (ma attenzione! qui non usa sempre un vero melodico, quantopiù quasi uno spoken word sublime): Geoff Rickly dei Thursday. Infine un bassista attualmente sconosciuto. Sconosciuto perché? Perché i quattro si divertono a presentarsi in pubblico e in foto con maschere del presidente Reagan senza svelare la loro identità. Badate bene, non è una trovata alla Slipknot: piuttosto è un espediente per "frodare" i diritti che le etichette hanno sui rispettivi gruppi di appertenenza di ognuno. Si mescola il tutto e quello che ne esce è forse uno dei dischi più entusiasmanti del 2008. Un ritorno al passato nel futuro! Ai più questo disco può sembrare forse estremo, ma io lo trovo estremamente melodico. Vi lascerei il link di myspace/facebook, ma le Nazioni Unite gli hanno fatto chiudere entrambe le pagine. Contate anche che le prime 1000 copie del disco sono state stampate con la copertina di Abbey Road con i Beatles in fiamme, e per il copyright gli è stata vietata la vendita nei negozi. Criminali!

1. The spinning heart of the yo-yo lobby
2. No sympathy for a sinking ship
3. Resolution #9
4. Model UN
5. The shape of punk that never came
6. My cold war
7. Filmed in front of a live studio audience
8. Revolutions in graphic design
9. I keep living the same day
10. Subliminal testing
11. Say goodbye to general Figment of the USS imagination

;)

20090321

THIS WILL DESTROY YOU - "[S/T]" (2008)


Questo vi distruggerà. Più che il nome di una band, più che il titolo di un disco: è una promessa. Mantenuta, anche.
Sette tracce. Vi distruggeranno. Perchè dentro c'è tutto: c'è il ghiaccio, il magma, il deserto e le foreste, le facce tristi sulle metropolitane cittadine, la solitudine dei disperati, il freddo dell'inverno ed i sorrisi di un tempo, le polveri della memoria. C'è un bambino che gioca da solo, e le meteoriti che solcano i cieli. C'è una bambola rotta, inzaccherata dal fango, c'è il vento, c'è il rumore del mare. Spazi ed orizzonti che, come se foste satelliti alla deriva nel cosmo, vi daranno visioni di immensità e grandezza.
Questo vi distruggerà. Sette tracce di un post-rock interamente strumentale, suonato eccezionalmente, mai noioso, sempre intenso ed avvolgente. Non è un disco che si può ascoltare facendo altro: richiede attenzione, disponibilità, dedizione. Accoglietelo, e vi distruggerà. Con le sue aperture devastanti, l'uso sapiente degli accordi maggiori, le basi a volte elettroniche, la batteria semplice e ben congegnata, chitarre e bassi prima ricchi di quietezza, poi urlanti, ma senza violenza. E' un disco possente, capace di esserlo senza dover essere a tutti i costi distorto. E vi distruggerà.
Gli amanti di band quali Sigur Ròs, Explosions In The Sky, God Is An Astronaut, Mogwai, Mono e così via non potranno non amare il secondo lavoro (dopo Young Mountain) della formazione di San Marcos, Texas. Per un solo, semplice motivo: difficilmente troverete in giro qualcosa di altrettanto intenso. Incisivo. Poetico. In una sola parola, bellissimo. Questo vi distruggerà.

Tracklist:
  1. A Three-Legged Workhorse
  2. Villa Del Refugio
  3. Threads
  4. Leather Wings
  5. The Mighty Rio Grande
  6. They Move On Tracks Of Never-Ending Light
  7. Burial On The Presidio Banks
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LUDUS "THE VISIT/THE SEDUCTION" (1980-1982)



















Formatisi nel 1978 tra i fumi industriali di Manchester, i Ludus sono una delle band meno conosciute del movimento post-punk inglese. Il materiale che compone quest'album, ristampato nel 2002, raccoglie i primi due lavori della band capitanata dalla vocalist Linder (Linda Mulvey), graphic designer e amica intima del buon Morrisey: "The visit" (1980, tracks 1-4) e "The seduction" (1982, tracks 7-14). Passata alla storia per le sue live performances con tanto di dildo, cazzi di gomma, pezzi di carne cruda e quant'altro, la bella Linder si è poi definitivamente allontanata dalla scena musicale per dedicarsi a tempo pieno alle arti visive. Guai, però, a pensare che dietro alle esuberanti provocazioni della cantante si nasconda una fuffa dal punto di vista musicale. Fatevi le orecchie, please.

1. Lullaby Cheat (4:38)
2. Unveil (3:19)
3. Sightseeing (4:02)
4. I Can't Swim, I Have Nightmares (5:35)
5. Mother's Hour (2:03)
6. Anatomy Is Not Destiny (3:52)
7. Unveiled (A Woman's Travelogue) (8:37)
8. My Cherry Is In Sherry (2:38)
9. See The Keyhole (4:05)
10. Herstory (8:43)
11. Inheritance (4:38)
12. The Dynasty (9:51)
13. Mirror Mirror (3:42)
14. The Escape Artist (6:33)


;-)

20090320

MONKEY - "JOURNEY TO THE WEST" (2008)

Ah, la Cina. Il rosso delle pagode, il sole che nasce, il suono misterioso dei mantra buddhisti; guerrieri forgiati da mille battaglie, eserciti di terracotta, alchimie e profumi affascinanti, esotici; città proibite, foreste impenetrabili, muraglie e montagne e dragoni e ravioli al vapore. Il latte alla melanina, gli scontri in Tibet, le schiere di operai sottopagati, la propaganda ed il manganello hanno deturpato le architetture meravigliose di un universo così intrigante ed enigmatico. Se avete nostalgia di quell'Oriente che fa sognare i bambini ed i viaggiatori, questo è il disco che fa per voi. Damon Albarn, che viaggiatore (se non altro di lande lisergiche) è, ha dato vita, assieme al compagno di merende Jamie Hewlett (già bassista/cartoonist dei Gorillaz) ed al direttore d'orchestra Chen Shi-Zheng, al brillante progetto Monkey, nato come colonna sonora dell'opera teatrale omonima. Infatti "Monkey: Journey To The West" è il titolo di un "musical", rappresentato per la prima volta a Manchester nel Settembre 2008, ispirato ad una leggenda cinese del XVI secolo. Protagonista dell'epico racconto è una scimmia dotata di incredibili poteri, nonchè di un'innata attitudine, come è buona creanza in questi casi, a sconfiggere il male (dalla stessa leggenda, approdata in terra nipponica, prende spunto l'arcinoto Dragonball). "Journey To The West" (il disco) rappresenta il felice connubio tra le sonorità più elettro/hip-hop/indie/chipiùnehapiùnemetta dei Gorillaz e la musica tradizionale cinese (il cantato è interamente nella lingua degli Han): un disco divertente, poetico, a volte epico, sempre cartoonesco e sopra le righe anche nei momenti più posati, forte di quell'attitude "alternativa" che il biondino più famoso del britpop ha sempre saputo mantenere. Al fine di scongiurare spiacevoli equivoci, meglio evitare di canticchiare i testi mentre si passeggia per il quartiere Esquilino.
Tracklist:

  1. Monkey's World
  2. Monkey Travels
  3. Into The Eastern Sea
  4. The Living Sea
  5. The Dragon King
  6. Iron Rod
  7. Out Of The Eastern Sea
  8. Heavenly Peach Banquet
  9. Battle In Heaven
  10. O Mi To Fu
  11. Whisper
  12. Tripitaka's Curse
  13. Confessions Of a Pig
  14. Sandy The River Demon
  15. March Of The Volunteers
  16. The White Skeleton Demon
  17. Monk's Song
  18. I Love Buddha
  19. March Of The Iron Army
  20. Pigsy In Space
  21. Monkey Bee
  22. Disappearing Volcano
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MINOR THREAT - "S/T" [EP] (1981)



1980 Washington D.C. un ragazzino di appena 18 anni ha ufficialmente sciolto la sua prima band, il nome del ragazzino è Ian MacKaye, il nome della band è Teen Idles. In quello stesso periodo gli Stati Uniti erano messi a ferro e fuoco dalle scorribande musicali di Black Flag e Bad Brains, entrambi meritvoli di aver diffuso i dettami del Punk Harcore anche nelle più sperdute cittadine di campagna di un' America più conservatrice che mai. Proprio i Bad Brains sono stati di ispirazione per quella che era e rimane la band "harDCore" ( gioco di parole usato dagli appartenenti alla scena della capitale) per antonomasia. Velocità e furia strabilianti per l'epoca, nonché un messaggio che spazzava via in un colpo solo il Nichilismo semi-modaiolo del Punk alla Sex Pistols e l'uso ormai indiscriminato di droghe nella scena Thrash-core del periodo, il tutto, contenuto in una sola canzone : "Straight Edge". Nata come necrologio per la morte di un amico di Ian Mackaye causata da un overdose di eroina, è diventata pian piano simbolo di un movimento, di una filosofia (indipendentemente dai voleri originari della band) che continua a risaltare in moltissimi gruppi hardcore passati e presenti. Il rispetto ottenuto dalla band è ragguardevole ma la favola dura solo un paio d'anni, nel 1983 i Minor Threat si sciolgono a causa di vedute musicali ormai assai diverse all'interno del gruppo, e di un Mackaye ormai stanco della crescente violenza all'interno della scena. Dai Minor Threat sono nati alcuni gruppi fondamentali per lo sviluppo della muscia indipendente americana come gli Embrace, i Dag Nasty ( fondatori del movimento "Revolution Summer" e di quel genere inseguito chiamato Emocore) e soprattutto i Fugazi, ma questa è un altra storia, ne riparleremo. :)

Tracklist:

1 Filler
2 I don't wanna hear it
3 Seeing Red
4 Straight Edge
5 Small Man, Big Mouth
6 Screaming at a wall
7 Bottled Violence
8 Minor Threat

;-)

LOOSE FUR - S/T (2003)


















Loose Fur è il progetto estemporaneo di Jeff Tweedy, Jim O'Rourke (produttore, tra gli altri, di Joanna Newsom, Wilco, Sonic Youth, Stereolab etc) e Glenn Kotche, che proseguono nell'opera di dilatazione / contaminazione elettronica del country-rock cominciata su "Yankee Foxtrot Hotel" dei Wilco. Un disco bellissimo, ispirato e molto notturno (ma anche no) che unisce - con risultati sorprendenti - una vocazione acustica ad un approccio molto krauto (Can/Neu!) e psichedelico. Se volete fare una compilation per conquistare il cuore di una donna, schiaffateci dentro la traccia n.2 ed ella cadrà inevitabilmente ai vostri piedi. Inguaribili romanticoni....

  1. "Laminated Cat" – 7:18
  2. "Elegant Transaction" – 6:15
  3. "So Long"– 8:59
  4. "You Were Wrong"– 3:33
  5. "Liquidation Totale" – 5:37
  6. "Chinese Apple" – 7:34
;-)

THE CHARIOT - "THE FIANCEE" (2007)

It's only rock'n'roll, man. Inutile cercare stravaganti etichette di genere per l'album che ha sancito la consacrazione dei The Chariot, creatura di Josh Scogin (già frontman dei Norma Jean ai tempi di "Bless The Martyr And Kiss The Child"), un occhialuto ometto ai limiti dell'obesità che, di primo acchitto, parrebbe nascondere un passato da vittima del bullismo imperante nei college americani. Basteranno pochi secondi di "Back To Back", la traccia che apre l'album, per rendersi conto che il bullo è lui. "The Fiancee" non è un disco metal, non è hardcore, non è post-qualcosa. E' rock'n'roll, come Elvis. Ma se la banana (lungi da me qualsiasi allusione sessuale) più famosa del mondo era il bravo ragazzo della US Navy con cui far uscire la propria figliola, i The Chariot paiono evasi dal più schizofrenico degli Arkham Asylum immaginati in DC Comics. Se la musica è matematica, loro occupano l'unica, livorosa, isolata (e fiera di esserlo) sezione dei numeri primi: sono divisibili solo per uno e sé stessi. Amanti della rassicurante regolarità del quattro quarti: scappate. It's only sick'n'roll, man.
Tracklist:
  1. Back To Back
  2. They Faced Each Other
  3. They Drew Their Swords
  4. And Shot Each Other
  5. The Deaf Policemen
  6. Heard This Noise
  7. Then Came To Kill
  8. The Two Dead Boys
  9. Forgive Me Nashville
  10. The Trumpet
;-)

SPARTA - "WIRETAP SCARS" (2002)


El Paso, Texas. Non è un posto qualunque, non (solo) un luogo di cowboys ipermoderni, tempeste di sabbia, suv a quattro ruote motrici e desolati Wendy's circondati dal deserto. Qui nacquero gli At The Drive-In, veri e propri eredi del movimento post-hardcore partorito dal genio di Ian McKaye. Ahinoi, il quintetto capitanato da Cedric Bixler Zavala ed Omar Rodriguez Lopez si scioglie, araba fenice, proprio nel momento del suo massimo fulgore, raggiunto con il rilascio dell'esplosivo Relationship Of Command. La diaspora da buoni frutti: Zavala e Lopez si lanciano nel progetto The Mars Volta, dando seguito ad un eccezionale sodalizio artistico (che Dio li benedica); Jim Ward, Paul Hinojos e Tony Hajjar, più la new entry Matt Miller, confluiscono negli Sparta. Il loro primo album, Wiretap Scars, è un piccolo gioiello. Le sonorità degli At The Drive-In non sono andate perdute: il talento chitarristico di Lopez è (egregiamente) sostituito da una compattezza strumentale forse meno dirompente, ma certamente piacevolissima; le tonalità irraggiungibili di Zavala lasciano il posto alla voce grezza, ma sicuramente interessante, di Jim Ward (backing vocals negli ATDI). Dodici tracce, il figlio benedetto di Relationship Of Command fa tesoro degli insegnamenti del babbo, inserendo una vena originale decisamente amabile. Lovely.

Tracklist:

  1. Cut Your Ribbon
  2. Air
  3. Mye
  4. Collapse
  5. Sans Cosm
  6. Light Burns Clear
  7. Cataract
  8. Red Alibi
  9. Rx Coup
  10. Glasshouse Tarot
  11. Echodyne Harmonic
  12. Assemble The Empire
;-)

Lounge Lizards " Lounge Lizards " (1981)


















Lasciamo perdere l'idea del Jazz canonica con musicisti impomatati ,che funambolici passano in rassegna pentagrammi pieni di scale stile impero.
Questa è una poltrona stile Luigi XIV a tre piedi con tappezzeria zebrata rosa e nera,un calcio nei denti,amorevole come il napalm.
Jazz-Punk?
Ma che diavolo no.
Un enorme disco,un geniale e rarissimo tentativo di fuggire dal be-bop,in maniera ironica.
Disco unico anche all interno della stessa produzione dei Lounge Lizards,eccesso alchemico mai più ripetuto...e direi per fortuna.
I successivi album con vari cambi di formazione,mai più ripeterranno i fasti sgangherati e paradossalmente armonici di questo omonimo primo lavoro.
Qui una struttura ritmica squisitamente jazz fa da sfondo a svolazzi post punk alla Teenege Jesus and Jerks per citarne uno.
Ritorna alla mente malinconica come l'esultanza di Gentile ai mondiali dell 82,quel periodo cinematografico in cui le pellicole mute venivano affiancate dall orchestra in sala di proiezione,quel tentativo romantico di solleticare emozionalmente lo spettatore.
Il proiettato è nerissimo,non ci sono immagini,colonna sonora di un film mai fatto.
Le 13 tracce si susseguono tese e veloci,John Lurie al sax tiene insieme una struttura armonica a tratti blues,a volte è più spesso con atonalità rese celebri da Chet Baker a cui aggiunge ritorni e riff più facilmente associabili alla tradizione rock,Arto Lindsay ci mette del suo mandando fuori giri una macchina diabolicamente imperfetta,Evan Lurie al piano stende tappeti sonori e Steve Piccolo al contrabbasso prova a incollare tutto.
Dovessi ridimensionare la mole dei dischi sparsi per le mie mensole casalinghe a soli 10 album questo sarebbe tra quei 10.

Victor Victory Loose Everytime


Tracklist:

1- Incident on South Street ( 3.25 )
2- Harleem Nocturne ( 2.07 )
3- Do The Wrong Thing ( 2.42 )
4- Au Contraire Arto ( 3.26 )
5- Well You Needn't ( 1.58 )
6- Ballad ( 3.25 )
7- Wangling ( 3.o1 )
8- Conquest Of Rar ( 3.17 )
9- Demented ( 2.06 )
10- I remember Coney Island ( 3.30 )
11- Fatty Walks ( 2.56 )
12- Ephistrophy (4.17 )
13- you Haunt Me ( 3.36 )


;-)

20090319

Tuxedomoon "Desire + No Tears EP" (reissue 1987)





Secondo album, e direi capolavoro, del gruppo post punk /avantgarde californiano Tuxedomoon. Inciso in Europa, come dimostrato inequivocabilmente dall'atmosfera che creano queste composizioni, che fondono assieme, con estrema creatività elettronica colta e colonne sonore, ombroso dark e accenni pop, musica classica e scampoli di rock mutante. Tastiere, basso, archi ne fanno da padrone creando un'affresco solenne, visionario, misterioso e ambiguo, sul quale si eleva la voce drammatica di Wilson Tong; si delinea così un'avanguardia carica di passionalità, a tratti imprevedibile ma sempre godibile nonostante le dissonanze contagiose per le sue armonie.

Notes:"Desire" originally released in 1981. "No Tears EP" originally released in 1978.


Track Listing:

Desire


1. East / Jinx / ... / Music # 1 (14:54)
2. Victims Of The Dance (5:48)
3. Incubus (Blue Suit) (3:50)
4. Desire (7:06)
5. Again (6:20)
6. In The Name Of Talent (Italian Western Two) (6:02)
7. Holiday For Plywood (5:38)

No Tears

8. New Machine (4:22)
9. Litebulb Overkill (3:12)
10. Nite And Day (Hommage A Cole Porter) (5:11)
11. No Tears (5:39)

;-)

James Chance & Contortions " Buy " (1979 )


Ammettendo che esista la new wave,ammettendo per assurdo che questa definizione abbia un senso,ammettiamo anche che abbia senso scindere la musica in barattoli di confettura con l'elenco completo degli ingredienti.
Ecco confettura di limone:aspra.
Ingredienti: Sax ,basso,batteria,chitarra.
Luogo di produzione:New york.
Il contesto storico è quantificabile nella fine degli anni 70,diciamo 78?
Diciamolo...
Ammettiamo anche per un assurdo anacronistico,che questo disco sia uscito ieri o dopodomani...
No.
L'anno è il 78,siamo a New York,intanto in Italia in cima alle hit parade dei dischi più venduti c'è "Nata Sotto il segno dei Pesci" di Antonello "Che te lo dico a fare" Venditti,come conseguenza inevitabile le Br Prima sequestrano e poi trucidano Aldo moro.
Ma noi siamo a New York,in una bettola con il pavimento appiccicoso,sul palco ci sono I Contortions e James White (All anagrafe James Siegfried ) suona il sax e canta.
Nel pubblico Lydia Lunch,i Sonic Youth....
non si capisce come.
Dalla confettura marca New Wave nasce qualcos'altro.
Data di scadenza molto breve.
E' nata la No wave.
O per lo meno una nuova marca di marmellata.
il timer del tostapane suona...il caffè è pronto nel 79 esce prima "Off White" e poi "Buy" o viceversa vallo a sapere...
A cui segue un tour in europa .
E' un disco complesso,decisamente scostante, quasi mai la linea ritmica procede all unisono,James fa un po quello che li pare ,i Contortions provano a seguirlo il risultato è una cavalcata alla Wagner sghemba ambientata su una spiaggia con quintali di vetri rotti.
Troppa poesia?
Disco da ascoltare,da tenere sotto il cuscino poco prima di ubriacarsi.

Victor Victory Loose Everytime



Tracklist:


1- Designed to Kill ( 2. 47 )
2- My Infatuation ( 2.20 )
3- I don't want to be happy ( 3.21 )
4- Anesthetic ( 3.52 )
5- Contort Yourself -Contortions ( 4.23 )
6- Throw Away ( 2.43 )
7- Roving Eye ( 3.09 )
8- Twice Removed ( 3.o3 )
9- Bedroom Athlete ( 4.15 )
10- Contort Yourself -Blacks ( 6.15 )
11- Stained Sheets ( 5.51 )
12- Tropical Heatwave ( 3.55 )
13- Almost Black Pt.1 ( 3.17 )
14- White Savage ( 4.52 )
15- Off Black ( 6.29 )
16- Almost Black Pt.2 ( 3.59 )
17- White Devil ( 4.36 )
18- Bleached Black ( 2.52 )

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THE RESIDENTS "SANTA DOG EP" (1972)



















L'ep santa dog del 1972 è la prima pubblicazione dei Residents (il primo album sarà pubblicato 2 anni dopo), nonchè la prima uscita della Ralph Records. Il disco, oggi introvabile, fu prodotto in una prima tiratura di un centinaio di copie e, leggenda vuole, fu spedito, oltre che ad amici e artisti, a Frank Zappa e a Richard Nixon (allora presidente degli stati uniti). L'EP fu poi ristampato nel '78.


;-) Santa Dog '78, Santa Dog '78, Santa Dog '84, Santa Dog '88

INDIAN JEWELRY - "INVASIVE EXOTICS" (2006)


Rispetto alla (no-)wave aliena degli esordi, Invasive Exotics (Monitor, 2006) accentua soprattutto la dimensione mistico-tribale, mettendo in scena una sorta di "apocalisse krautedelica". Un baccanale al tempo stesso primitivo e futurista, all'interno di un collettivo divenuto una stravagante milizia musicale: "We are legion" è il motto prediletto dal combo, che conta almeno una ventina di performer, alle prese con strumenti d'ogni sorta inclusi "percussioni ozark, ghostworm, sequential circuits e pizzazz".
Gli Indian Jewelry sono sciamani robot, venuti a rinnovare l'estetica acida e freak dei concittadini Red Crayola e Butthole Surfers, filtrandola con le morbosità elettroniche dei Suicide e gli sballi rumoristi di band come Sun City Girls e Gang Gang Dance. Il sound si fa ancor più violento e cacofonico, con la complicità di una incisione ruvidissima, che definire amatoriale è poco.
“E’ musica che fa scoppiare la testa” teorizza efficacemente Kerschen.

TRACKLISTING:
1. Lesser Snake
2. Powwow
3. Dirty Hands
4. Ratnoise
5. Come Closer
6. Going South
7. Health and Wellbeing
8. Partying With Jandek
9. Lying on the Floor
10. Lost My Sight



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20090318

PYLON - "CHOMP" (1983)



Chomp, released in 1983 by Athens, GA new wave band Pylon, has one of the best album covers ever. How can you go wrong with a giant picture of a T-Rex? Fortunately, the music on the record is just as awesome.

Pylon had a sound all their own - one highly regarded by fellow Athens acts of the same time such as R.E.M. and The B-52's. It was a killer combination of Vanessa Briscoe's yelp-to-growl vocals, Michael Lachowski's driving bass, Curtis Crowe's pulsating drumming and Randall Bewley's sharp, angular guitar. The material they created is bizarre and random, yet totally addictive and danceable.


Track listing:
1 - K
2 - Yo-Yo
3 - Beep
4 - Italian Movie Theme
5 - Crazy
6 - M-Train
7 - Buzz
8 - No Clocks
9 - Reptiles
10 - Spider
11 - Gyrate
12 - Altitude

fico, un loro pezzo (Italian movie theme) è stato rifatto anche dai Man or Astroman?

;-)

DECIBEL - "PUNK" (1978)

Tracklist:
01) Figli di…;
02) Paparock;
03) LSD Flash;
04) Superstar;
05) Il leader;
06) New York;
07) Col dito… col dito;
08) Il lavaggio del cervello





(Da Lamette.it) "Quando Enrico Ruggeri dice che il punk in Italia l’ha portato lui, sostanzialmente ha ragione. Che ci crediate o no, e soprattutto, che lo vogliate o no, il Rouge – capello biondo tinto e inconfondibili occhialoni bianchi – è stato a suo tempo il cantante dei gloriosi Decibel, la prima spaghetti bénd a incidere un disco punk di nome e di fatto. Per quanto i detrattori detraggano, infatti, il loro sottovalutato mini-lp d’esordio è uno dei pochissimi vinili nostrani esenti dal revival, nel senso che mentre in Inghilterra e nel resto del mondo spopolavano (o avevano appena spopolato) i Sex Pistols, i Damned, i Clash e compagnia cantando, qui in Italia vennero fuori 1000 copie circa di questo 33 giri, che – stando alle cronache del tempo – si beccò subito fior di stroncature e fu venduto a parenti e amici. Su cosa andasse invece per la maggiore quell’anno, è meglio stendere un velo pietoso: la morale della favola è che oggi, mai più ristampato, Punk è assurto al livello dogmatico di assoluta leggenda, come la poltrona in pelle umana di fantozziana memoria. Altra leggenda, che oggi confermo, vuole che la copertina sia un collage sul modello dei celeberrimi artworks realizzati da Jamie Reid per le pistole del sesso. Risultato bellissimo e naif, con tanto di svastica, bandierina yankee e logo Decibel inscritto in un cazzetto ritagliato (non venitemi a dire che si tratta semplicemente di una d e di una b!). Quando poi il disco gira sul piatto e partono le schitarrate, è immediatamente chiaro che non si scherza affatto".

;-)

20090317

BEATRICE ANTOLINI "A DUE" (2008)


BEATRICE ANTOLINI

A Due
(Urtovox) 2008
songwriter, avant-pop

http://www.myspace.com/beatriceantolini

Tracklist:
  1. New Manner
  2. Funky Show
  3. Morbidalga
  4. A New Room For A Quiet Life
  5. Modern Lover
  6. Clear My Eyes
  7. Pop Goes To Saint Peter
  8. Sugarise
  9. Secrete Cassette
  10. Double J
  11. Taiga
Il suo piano scalmanato fa spesso da controparte al canto afrodisiaco.

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THE ALPS "III" (2009)

Artist: The Alps
Title Of Album: III
Year Of Release: 11/2008
Label: Type Records
Genre: Ambient / Downtempo / Experimental / Folk
Bitrate: VBRkbps
Total Time: 40:52 min
Total Size: 59.3 MB


Tracklist:
----------
01.a manha na praia 03:37
02.hallucinations 09:27
03.cloud one 04:43
04.trem fanstasma 07:42
05.labyrinths 05:09
06.pink light 01:49
07.echoes 04:20
08.into the breeze 04:05


Listing the personnel behind The Alps should
provide you with a rough idea of where this record
is headed: Tarentel's Jefre Cantu-Ledesma is joined
by Arp and ex-Tussle member Alexis Georgopoulos
plus Troll's Scott Hewicker, who come together to
create an utterly gorgeous, cinematic blend of vintage
psychedelia, Goblin-style bass grooves and melodies
that sound like they've been extracted from an obscure
Bruno Nicolai or Fabio Frizzi score, never more so than
on the giallo fuzz tones of 'Labyrinths'.

Elsewhere 'Hallucinations' channels the spirit of the more
out there krautrock of the 1970s, featuring some especially
wonky detuning effects and tape saturated choral passages.

In a similar vein 'Cloud One' recruits a line in open-tuned
guitar repetition, laying down a slack-stringed mantra over
which modal keystrokes flounce around. To put a more
contemporary spin on all this, you might align 'Into The
Breeze' with the sort of material to be found on Air's early
12"s, but if you had to restrict your palette of comparisons
to just one band throughout all this, you'd have to opt for
Popol Vuh, who have clearly made a big impression on
the Alps' wonderfully old-fashioned blend of euro-psych
soundscapes and deftly defined song arcs.

;-)


20090316

THE LEGENDARY PINK DOTS - "ANY DAY NOW" (1987)



Formed in London in 1980, the Legendary Pink Dots moved to Amsterdam in the middle of the decade. Members throughout the band's career have been Edward Ka-Spel (vocals, keyboards) and Phil Knight (keyboards), also known as the Silver Man, with a shifting supporting cast over the years. The Dots' music is by turns melodic pop and exotic psychedelia, with classical influences, sampling, and relentlessly dark, violent, apocalyptic lyrics. After several releases for Mirrodot and Inphaze during the early '80s, the group signed to Play It Again Sam distribution for 1985's The Lovers, and released much of their best material (1990's Crushed Velvet Apocalypse, 1991's The Maria Dimension) on the label. Even as the Legendary Pink Dots neared their two-decade anniversary, the group continued to tour Europe and America quite consistently, appreciated by several generations of dark industrial/goth audiences (and documented by the 2000 live album Farewell, Milky Way). After releasing Your Children Placate You from Premature Graves in spring of 2006, the band embarked on their 25th anniversary tour.More cohesive than Island of Jewels and more streamlined than Asylum, Any Day Now stands as one of The Legendary Pink Dots' best albums of the ‘80s, ex-aequo with The Tower. There is no specific unifying theme this time, although alienation and estrangement seem to permeate the whole project. The Dots' keyboard patches were starting to get old by 1988, but in retrospect, this gives the album a vaguely retro charm. Edward Ka-Spel is in top songwriting shape, with "Casting the Runes," "A Strychnine Kiss" and "Neon Mariners" standing out as particularly catchy songs. The latter is especially haunting, thanks to careful arrangements and one of Ka-Spel's trademark vocal deliveries. Any Day Now is noteworthy for its lack of long experimental tracks, which (without unfairly diminishing the artistic interest of such efforts) makes the album somewhat more accessible to newcomers. The only extended track is the 10-minute "Waiting for the Cloud," but it is through-written, with the song proper in the first half (and a strong one at that), followed by an instrumental development that showcases why the Dots were often perceived as the unlikely link between Progressive Rock and Industrial, and a final recap of the song. Patrick Wright's violin is mixed somewhat higher on this album, giving more presence to his elegant lines. The original Bias release consisted of nine tracks (ending with "Cloud Zero"). Subsequent reissues added the complete Under Glass EP released the same year, a set of three weaker and somewhat more mainstream songs, including some slap bass in "The Plasma Twins" and a stadium rock-like double solo of violin and electric guitar at the end of "The Light In My Little Girls Eyes." (allmusic)

Altre info su "Any day now"

Tracklist:

1 "Casting the Runes"
2 "A Strychnine Kiss"
3 "Laguna Beach"
4 "The Gallery"
5 "Neon Mariners"
6 "True Love"
7 "The Peculiar Fun Fair"
8 "Waiting For the Cloud"
9 "Cloud Zero"
10 "Under Glass" *
11 "The Light In My Little Girl's Eyes" *
12 "The Plasma Twins" *
(*) Included only on CD versions – taken from the Under Glass 12".

Band Line-up:


The Prophet Qa'Sepel (Edward Ka-Spel) - voc, keyb

The Silver Man (Phil Knight) - keyb, soundscapes

Stret Majest Alarme (Barry Gray) - guitar

Graham Whitehead - keyb

Patrick Q (Wright) - violins, violas, pianos

Jason (Salmon) - bass, perc

GUESTS: Lady Sunshine (Marylou Busch) - vocals

Tony Copier - drums

;-)

VAMPIRE WEEKEND S/T (2007)



sound: Indie/Pop
length: 12 songs, 35.17 minutes
myspace

1. Mansard Roof
2. Oxford Comma
3. A-Punk
4. Cape Cod Kwassa Kwassa
5. M79
6. Campus
7. Bryn
8. One (Blake's Got A New Face) (With Slinger Francisco)
9. I Stand Corrected
10. Walcott
11. The Kids Don't Stand A Chance

If you don't already know about this album then you've been living under a rock for the last year.

;-)

TIPSY "BUZZZ" (2008)

It's been a while since we had the last release from experimental lounge-funk progenitors Tipsy, but here they are, making a return on Ipecac with sixteen new excursions into jazzy exotica and avant-garde assaults on easy listening. Despite their apparent obscurity, in the years since they started out Tipsy have appeared in the background on TV shows like Sex And The City and The Sopranos, meaning that they've stealthily assumed the muzak disguise they've always toyed around with. On Buzzz there's less in the way of loop and sample-based composition than has been evident on previous outings, placing renewed emphasis on live instrumentation (there are vocals on here too: Japanese singer Coppe joins in on 'Hot Banana' for some excellent Pizzicato Five-style silliness), but there's still a beguilingly off-filter, People Like Us feel to tracks like 'See The Beauty, Touch The Magic'.(boomkat)

Tracklist
1. Tipsy - Midnight Party (2:34)
2. Tipsy - A Night On The Town (3:00)
3. Tipsy - Lipstick Tree (3:19)
4. Tipsy - Sweet Spot (3:15)
5. Tipsy - Swingin' Spaceman (2:56)
6. Tipsy - Chocolate Moon (2:21)
7. Tipsy - Chop Socky (2:52)
8. Tipsy - Electric Blue Eyelashes (3:51)
9. Tipsy - Kitty's Daydream (2:34)
10. Tipsy - Kadonka (3:16)
11. Tipsy - Big Business (3:03)
12. Tipsy - Good Little Demon (3:31)
13. Tipsy - See The Beauty, Touch The Magic (3:05)
14. Tipsy - Wet Rainbow (4:43)
15. Tipsy - Hot Banana (3:08)
16. Tipsy - Up 'til Dawn (2:52)

;-)

HELIOCENTRICS/MULATU ASTATKE "INSPIRATION INFORMATION" (2009)

Strut Records’ Inspiration Information series continues with Ethiopian jazz composer/arranger Mulatu Astatke (best known in the States for Jim Jarmusch’s use of his music in the film Broken Flowers and for his cuts found on the Ethiopiques comps) and British soul-jazz/psych troupe the Heliocentrics. Due out April 14, this collaboration is my favorite in the series so far. Think James Brown, David Axelrod, and Sun Ra go to Addis Ababa, smoke some killer weed, and lay down the jazz-funk of the spheres, aglow with eerie melodies and throbbing with inventive rhythms.



01. Masengo
02. Cha Cha
03. Addis Black Widow
04. Mulatu
05. Blue Nile
06. Esketa Dance
07. Chik Chikka
08. Live From Tigre Lounge
09. Chinese New Year
10. Phantom Of The Panther
11. Dewel
12. Fire In The Zoo
13. An Epic Story
14. Anglo Ethio Suite

;-)

DEAD ELVIS & HIS ONE MAN GRAVE

Back from the grave, takin’ care of business!

Dead but still kickin’ ass!!

Now this grave only fits one, one dead man’s feral howl, Guitar and a backbeat!… Dug up by ‘the undertaker’ in a desperate attempt to save what’s left of real rock ‘n roll!

It’s Dead Elvis and his one man grave!



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MI AMI - WATERSPORTS (2009)

Genre : Indie,Noise-Rock,Post-Punk,Psychedelic,Experimental GOOD!!
Myspace

Tracklist

01 echononecho
02 the man in your house
03 new guitar
04 pressure
05 freed from sin
06 white whife
07 peaceatalks/downer


Quarterstick Records, Touch and Go's partner label for the last 17-plus years, is pleased to welcome San Francisco-based drum punk trio Mi Ami to the folds. Featuring two key members of Dischord's hyper-percussive Black Eyes (Daniel Martin-McCormick on vocals and guitar, and Jacob Long on bass) as well as Damon Palermo on drums, Mi Ami builds on the promise of Black Eyes' spastic energy and renowned live performances, but steers it into a more focused, volatile, and personal direction.

Mi Ami's first single on Quarterstick, Echononecho, will be released as a 12" and digitally January 27, 2009, with the follow-up full length, Watersports, out February 17, 2009. The band fully takes flight and thrives in the live setting, with shows turning into all-out pulsating rhythmic throwdowns, so save up some energy and be sure to catch them on their extensive tours throughout 2009



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WAVVES - WAVVES (2008)

Lo-fi beach punk anthems by San Diego's Nathan Williams. Beautiful timeless melodies on top trash can guitars & blown out drums. 14 tracks in 35 minutes.




Fat Possum Records
California, United States

1. Rainbow Everywhere
2. Beach Demon
3. To The Dregs
4. Sun Opens My Eyes
5. Gun In The Sun
6. So Bored
7. Goth Girls
8. No Hope Kids
9. Weed Demon
10. California Goths
11. Summer Goth
12. Beach Goth
13. Killr Punx, Scary Demons
14. Surf Goth


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DEATH - "...FOR THE WHOLE WORLD TO SEE" (1974)

Detroit proto-punk/garage rock three-some's entire collection of recorded material, finally seeing the light of day 34 years after being recorded. An excellent (if all too short) glimpse into a future that never was from a band that burned brightly and then faded into memory, but for a few very rare 7" singles the band self-released in '75.

THE SHAGGS (1969-1988)

"The Shaggs are real, pure, unaffected by outside influences. Their music is different, it is theirs alone. They believe in it, live it. It is a part of them and they are a part of it. Of all contemporary acts in the world today, perhaps only the Shaggs do what others would like to do, and that is perform only what they believe in, what they feel, not what others think the Shaggs should feel.
The Shaggs love you, and love to perform for you. You may love their music or you may not, but whatever you feel, at last you know you can listen to artists who are real. They will not change their music or style to meet the whims of a frustrated world. You should appreciate this because you know they are pure what more can you ask?
Betty, Helen and Dorothy Wiggin are the Shaggs. They are sisters and members of a large family where mutual respect and love for each other is at an unbelievable high. They study and practice together, encouraged and helped by those around them. Betty, Helen and Dorothy live in a small town in New Hampshire, in an atmosphere which has encouraged them to develop their music unaffected by outside influences. They are happy people and love what they are doing. They do it because they love it".
Philosophy of the World liner notes

Philosophy of the world (1969, Third World) ;-)



The Shaggs (1988, Rounder) ;-)
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